istituzioni scolastiche

La regola dell’errore: l’identi-kit della gentile convivenza

Obiettivi

Obiettivi specifici:

  • Fare acquisire la capacità di riconoscere le disuguaglianze, fornire conoscenze e sviluppare le attitudini necessarie per modificare tali meccanismi;
  • Favorire il processo di costruzione identitaria e di appartenenza multipla;
  • Innescare processi di riflessione sulla propria ed altrui identità per permettere di riconoscere ed accettare l’altrui da me.

Obiettivi generali:

  • Promuovere una cultura della conoscenza reciproca e del mutuo rispetto;
  • Favorire un clima di accoglienza, aperto e sicuro, nel quale la convivenza con le differenze possa essere vissuta come valore e contribuire al benessere psicofisico delle singole persone e alla coesione partecipativa della collettività;
  • Favorire l’emergere delle risorse presenti sia a livello individuale che gruppale;
  • Promuovere abilità sociali e modalità comunicative e relazionali che favoriscano il benessere del singolo e del gruppo;

Contenuti

Come sostiene Margot Waddell in “Mondi interni” (TSC Tavistock Studi Clinici) nello sviluppo della persona, l’adolescenza ha una grande importanza: si tratta di un periodo di tempo cruciale durante il quale aspetti essenziali della personalità assumono una forma e vengono alla fine organizzati in un senso del Sé più coerente e stabile. Si ritiene che le sfide dell’adolescenza e la loro risoluzione rappresentino un contributo fondamentale per la vita futura della persona, per quanto riguarda il carattere e lo sviluppo della personalità.

Durante l’adolescenza il gruppo dei pari svolge un ruolo fondamentale. I gruppi possono divenire luoghi sicuri dove mettere in scena parti diverse della personalità, soprattutto le parti che, per qualche motivo, risultano difficili da riconoscere come appartenenti al Sé conosciuto o come in grado di rinforzarlo. Quando è positiva, la vita di gruppo può offrire a questi giovani la possibilità di scoprire, in un contesto sociale, chi sono.

È dunque fondamentale lavorare in modo che nel gruppo classe si sviluppi un clima di benessere comunicativo, relazionale ed emotivo. 

Educare alle differenze implica “porre al centro dei processi educativi il tema della differenza” proponendone un approccio positivo. Il tema della differenza richiama quello dell’identità e dell’incontro con l’altro. L’identità inoltre è costituita non solo dall’idea che noi abbiamo di noi stessi, ma anche dall’immagine di noi che gli altri ci rimandano, dalle “etichette” che gli altri ci affibbiano. Gli stereotipi “consistono in credenze o idee condivise da un gruppo a proposito di un altro gruppo, in termini di comportamento, abitudini”. La parola stereotipo deriva dal greco “stereos”, rigido, fisso, stabile e “tupos” impronta, modello. L’educazione alle differenze innesca processi di riflessione sulla complessità della propria ed altrui identità, facilita la presa di coscienza degli stereotipi che guidano i nostri comportamenti e dei pregiudizi che parassitano la nostra reale conoscenza dell’altro e permette di riconoscere ed accettare ciò che troviamo di diverso.

Metodologia

La funzione esplorativa del gioco è significativa e centrale nell’ottica del cambiamento che permea tutta l’azione educativa alle differenze. Il gioco è un efficace strumento di apprendimento attivo perché è un’attività partecipativa che, nel quadro rassicurante delle regole, permette un apprendimento esperienziale.

Durante gli incontri con i ragazzi e le ragazze verranno utilizzate metodologie complementari e attive volte a favorire la partecipazione ed il coinvolgimento dei partecipanti. Le conduttrici guideranno i ragazzi e le ragazze verso un clima di fiducia: infatti, attraverso l’esperienza insieme, si potrà avvalorare la consapevolezza e l’ordine dentro di sé.